Guida alla certificazione energetica degli immobili

La certificazione degli edifici dice quanto una casa spreca o risparmia energia. Il che dipende da tante variabili: infissi, impianti, sistemi di isolamento… A livello nazionale ottenere la classe energetica è obbligatorio per tutti gli edifici di nuova costruzione o da ristrutturare; per comprare o vendere casa; per accedere agli incentivi fiscali; per i nuovi contratti di affitto.
Ne prenda atto soprattutto chi vuole acquistare o vendere casa: sul mercato una classe energetica valida (come A, B o C) è più spendibile di un F o di una G (le peggiori).

Nei panni di certificatori
Nei panni di certificatori, i nostri tecnici specializzati hanno fatto i sopralluoghi in dodici case di soci di Altroconsumo. Nelle case visitate dai nostri esperti, una sola era di classe energetica alta: una classe A, che abbiamo confermato. In tutti gli altri casi si partiva dalla D: una situazione che, in effetti, rispecchia quella del patrimonio immobiliare italiano, in cui quasi tutti gli edifici esistenti risultano di classe energetica bassa. La classe energetica ricevuta dai soci, sulla base dei nostri sopralluoghi, è risultata sopravvalutata in sei casi su dodici.

I limiti della certificazione
Lo abbiamo verificato sul campo: sugli edifici esistenti, non è sempre possibile rilasciare un certificato che rappresenti realisticamente lo stato dell’appartamento. Uno dei primi ostacoli è l’analisi approfondita di pareti e finestre, che richiede competenze e strumentazioni sofisticate e a volte costose (come la termocamera che abbiamo utilizzato per l’inchiesta).

Ogni Regione fa a sé
La classe energetica è definita dal D.lgs 192, recepimento di una direttiva comunitaria del 2002. In Italia la situazione è tutt’altro che omogenea. Quattro Regioni (enti autorizzati a legiferare in maniera autonoma in materia di energia) hanno scelto in alcuni casi di dotarsi di una legislazione propria rispetto alla certificazione: sono Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. È nata così una certa confusione dovuta alle differenze tra una regione e l’altra. In questo modo, almeno per ora, cade uno degli obiettivi principali del decreto: permettere un confronto tra le diverse abitazioni su scala nazionale.